Notizie

Una Formula 1 stradale mai nata: Dome Jiotto Caspita


1989. In quegli anni c'era grande fermento specialmente nel settore delle auto sportive e di grande potenza: insieme alla Mercedes Lotec C1000, prodotta in un modello unico, la Vector W8 e la F40 competizione, dal lontano Giappone, spunta un outsider dal nulla.
E' la Jiotto Caspita, costruita dalla Dome (dopo la futuristica Zero datata 1978 con motore della Nissan 280Z) nel 1988 e presentata al salone di Tokyo nel 1989.



Nelle intenzioni di Kunihisa Ito, capo della Jiotto Design, Inc. questa doveva essere l'auto stradale che più si avvicinava a una Formula 1. Nelle intenzioni lo era: motore Subaru/Motori Moderni 3.5 boxer a 12 cilindri da 450 cavalli (a ben 10750 giri/min!) derivato strettamente dall'unità che nel 1990 equipaggerà il team Coloni. Il peso era contenuto in soli 1100 kg che permettevano di schizzare da 0 a 100 km/h in 4,7 secondi grazie anche alla trasmissione a 6 marce. Per fermarsi vengono impiegati freni a disco da 332 mm autoventilanti montati su ruote da 17" (gommate 245/40 ZR 17 all'anteriore e 335/35 ZR 17 al posteriore). Gli scarsi risultati del motore Subaru/Motori Moderni in Formula 1 (il Team Coloni non riuscirà a qualificarsi nemmeno in un Gran Premio) porteranno la Dome a scegliere di cambiare unità propulsiva, passando al ben più performante Judd V10 di pari cilindrata che erogava 577 cavalli. La versione così rivista, e appensantita di 150 kg, verrà presentata al Salone di Tokyo del 1990 con il nome di Caspita II. Le prestazioni dichiarate erano a dir poco fantascientifiche: 0-100 km/h coperto in 3,4 secondi (un valore pauroso anche al giorno d'oggi) e una velocità massima di ben 345 km/h.
Caspita (e qui è proprio il caso di dirlo) che auto!

Nessun commento:

Posta un commento

GOODIES

...

Throttle Addicted Designed by Templateism.com Copyright © 2014

Throttle Addicted, 2014. Immagini dei temi di Jason Morrow. Powered by Blogger.