Quando ci si accinge a progettare una degna succeditrice di
quello che è ormai un mito su quattro ruote, nel Guinness dei primati come
sportiva più venduta della storia, si affrontano sentimenti ed opinioni
contrastanti. Innovare, rischiando di stravolgere? Modificare il meno
possibile, rischiando di rimanere al palo?
Quelli di Mazda, che definisco sempre i più “italiani” tra i
giapponesi, secondo me hanno colpito ancora. Hanno preso la stessa, semplice
ricetta per stirare sorrisi sulle facce dei guidatori e l’hanno riproposta in
versione 2015, senza smentirsi. Il peso è stato limato di ben 100kg rispetto
alla precedente NC, riportandosi ai livelli dell’antenata del 1989. E la loro
ripartizione, il più possibile vicina al fatidico 50:50, cercando di tenere la maggior parte delle masse entro il passo della vettura. La trazione, è lì dove dev’essere: dietro.
C’è però da rimanere al passo coi tempi. I motori, da 1500 e 2000 cc, sono ancora fortunatamente aspirati; Mazda non ha ceduto all’andazzo generale di turbo-downsizing. La tecnologia Skyactiv, che già col 2.2 diesel ha evidenziato consumi inferiori ai 1.6 delle concorrenti, promette consumi ridotti senza intaccare il piacere di guida. Il cambio, un bel manuale per aggradare e divertire il fortunato guidatore; non mancherà un automatico, soprattutto per il mercato statunitense.
Fuori è tutta nuova. La linea è molto più affilata e
“giapponese” delle precedenti, con la coda che si alza dopo la portiera, come
una piccola F-Type. Era necessario cambiare per non scadere nell’ovvio, ma
secondo me si poteva mantenere qualche accenno in più delle precedenti generazioni, come ad
esempio per i fanali posteriori, esposti al MoMA di NY e rimasti quasi
inalterati fino alla NC. Ne esce una spiderina che finalmente emoziona pure da
ferma; ricorda l’S2000 a mio modo di vedere, e sarà un complimento per la
maggior parte di noi. E’ stata presentata nella classica versione con capote in
tela (che, a mio modo di vedere, incarna al meglio lo spirito Miata) ma si
prevede una versione con hard top.
La MX-5 eredita dal nuovo corso di Hiroshima un interno degno di lei. La plancia è bella ordinata, con finiture cromate e, anche se mi riservo di toccare con mano l’aspetto qualitativo, sembra un bel passo avanti. Nella Miatina, di solito un po’ sottotono quanto a dotazione rispetto al resto della gamma, fa mostra di sé il bello schermo estraibile che abbiamo già visto su Mazda3. Il freno a mano? Attaccato alla gamba del pilota, of course.
Missione compiuta a mio modo di vedere, non era facile aggiornare la MX-5 senza tradirsi, ma in Mazda ci sono riusciti. Puro piacere di guida e spensieratezza ad un prezzo ragionevole, da primavera 2015. Ora manca solo la ciliegina sulla torta: dei prezzi in linea con la serie precedente. E poi, la variante FIAT? Questa è un’altra storia, che a Throttle Addicted tratteremo sicuramente!
In un altro articolo prenderò
la palla al balzo per raccontarvi la mitica Miata NA dell’89, l'antenata, della quale sono stato
fortunato guidatore per cinque anni. Stay tuned!