E’ un onore per me poter scrivere un articolo, soprattutto
in un sito come questo dove per la prima volta ho trovato dei veri appassionati
di auto.
Ma cos'è l’automobile? Ve lo siete mai chiesto?
Beh se lo
chiedessi a mia madre, molto probabilmente mi risponderebbe che è un
elettrodomestico. Se lo chiedessi a mio padre invece, mi risponderebbe che è quel
mezzo di trasporto che ci porta dal punto A al punto B. Se lo chiedessi al
vocabolario, mi risponderebbe così: “Che si muove da sé (dal latino “auto” e “mobilis”,
quest’ultimo significa “che si muove”), soprattutto con riferimento a veicoli
che si muovono sul terreno per mezzo di un motore proprio.” Ed io? Che definizione posso dare al termine "automobile"?
Probabilmente direi che l’automobile è la mia vita. Non è un oggetto, un
elettrodomestico o semplicemente un veicolo a motore. E’ parte di me. Fin da
piccino ho amato le automobili. Ora sono un meccanico d’auto, ho fatto delle
automobili la mia vita. Seguo giornali e siti internet, mi interesso al gossip,
ossia ai matrimoni e ai fallimenti del mondo dell’auto da sempre.
Nei momenti più difficili della mia vita, lei c’era sempre. Oddio non ne sono
ossessionato, ma voglio far capire che l’automobile non è una cosa banale, ma
una cosa da amare. Nel mondo dell’auto è pieno di ingegneri che studiano e
realizzano pianali, che creano nuovi motori, che studiano nuove tecnologie e
soluzioni. Ma tutti continuano a utilizzare solo la testa, quando con un po’ di
amore si può realizzare qualcosa di straordinario.
Sabato ho visto una bella automobile parcheggiata
in strada. Era una bella Alfa 159 Sportwagon targata tedesca. Una bellissima
auto italiana oggi non più in produzione, ma che in un certo senso è stata il
canto del cigno della casa milanese. Ma, cos'era questa Alfa? Era davvero
un'Alfa Romeo oppure una semplice mossa commerciale da parte della padrona
Fiat? Nello specifico questa 159 montava il buon 2.4 JTDm turbodiesel. Aveva un
pianale sviluppato ad hoc, degli interni di buona qualità, ma originali nel
disegno. Poi pensai alla sua erede, la nuova Alfa Romeo Giulia, che sarà
presentata il 24 giugno 2015. Dopo la MiTo e la Giulietta, questa sarà
"l'auto della America". Dovrà mostrare i muscoli di fronte alle
nemiche di pasta americana e dovrà vendere molto per riuscire a scrollarsi, qui
in Europa, l'idea di essere una Fiat rimarchiata. Noi italiani spesso siamo
ignoranti: ho sentito dire, ad esempio, che la Giulietta è basata sulla
piattaforma della Bravo. Crediamo che tutto ciò che fa Fiat (forse è meglio
dire Marchionne) sia un semplice “copia e incolla” su ogni modello del gruppo.
Già, è una impresa non da poco scrollarsi questa identità. Ma vediamo alcuni punti che ci fanno credere ciò: nel 2007 rinacque un marchio straordinario, Abarth. Doveva essere una rinascita
storica, accompagnata da molti modelli inediti. Alla fine, oggi, ci ritroviamo
con la Fiat Punto e 500 modificate. Un flop colossale, la rinascita di un semplice
allestimento sportivo spacciato per marchio autonomo. Un anno dopo fu
presentata e messa in vendita la Lancia Delta. Anch'esso doveva essere un
modello di rilancio, ma fallì. Troppo simile alla Fiat Bravo (da cui derivano il pianale e parte degli interni), troppo diversa
dalla Delta originale del 1979. Fu definita un'auto lussuosa e
"sciccosa". Quest'ultimo nomignolo fece infuriare gli appassionati,
con conseguente perdita di credibilità del gruppo Fiat. Fu un'auto che abissò
il marchio Lancia, rendendolo inutilizzabile addirittura per un rimarchio
azzeccato come quello della Lancia Thema e Voyager.
Ecco, qui ritorna l'Abarth.
Se questo grande marchio fosse stato venduto a un italiano fidato, invece di
essere stato rispolverato per nulla, ora magari si avrebbe un po' di denaro per puntare a un vero rilancio della Lancia. Una Delta degna di questo nome,
l'erede della Thesis, una Ypsilon migliore di quella di oggi, una Thema rivista
nel design e perché no, pure delle versioni Abarth “di terze parti”. E invece
no, la stiamo perdendo, come abbiamo già perso la Bertone Stile. Un peccato,
perché è un marchio ricco di storia, anche sportiva. Invece abbiamo preferito
far rivoltare dalla tomba il povero Karl, con modelli che hanno ben poco di
Abarth. Il Fire 1.4, con un turbo e scarico personalizzato, sicuramente è un
ottimo motore ma non è l'unica unità propulsiva che Abarth avrebbe modificato.
Colei che sa davvero di Abarth è la 695 Biposto con il cambio a innesti
frontali (ma chi la compra a 39.900€?). Abarth, anche per una questione
storica, avrebbe pigliato il piccolo Twinair e lo avrebbe modificato a modo
suo. Avrebbe portato la cilindrata del motore a 949cc, avrebbe tolto la turbina (un bell'aspirato "vintage"), avrebbe modificato i pistoni e aumentato il rapporto di
compressione. Avrebbe ripreso il design della berlina di serie, tolto le
modanature, eliminato un sacco di peso e naturalmente avrebbe realizzato una serie di scarichi ad hoc per migliorare il sound e aumentare la potenza massima del motore. Poi avrebbe
diminuito il baricentro con un trucchetto molto semplice: pneumatici da 13 (max 15) pollici, piccoli cerchi in lega, in modo da aumentare l'agilità (a discapito
della velocità massima). Avrebbe stretto un accordo con la Pirelli per degli
pneumatici specifici. Ovviamente il grande Karl avrebbe modificato l'assetto con
sospensioni sportive. Inoltre avrebbe tolto il silenziatore, anche se così
facendo non sarebbe più omologabile normalmente. Perché? Perché, come in amore, non
bisogna soltanto usare la testa nella progettazione: Per realizzare una grande
automobile ci vuole pure un pizzico di cuore. E così, con un frullino da meno di 90 cavalli, si avrebbe la vettura più divertente da guidare
del mondo. Certo, farebbe fatica a stare in moto al minimo, ma volete mettere
le emozioni che sprigionerebbe in una bella pista tutta curve? Questo per dirvi
che una volta ci divertivamo con poco e che per divertirsi basta davvero poco, mentre oggi parlare di 190 cavalli su una
vettura piccola come la 695 fa sembrare che il motore sia sottodimensionato, visti i commenti
profondamente negativi e offensivi di molte persone che ho letto in giro a riguardo della piccola Abarth.
Questo è un degrado che distrugge la vera passione per le auto. Io non mi sono mai permesso di giudicare un’automobile, nemmeno quella che ritenevo la peggiore o la più brutta. Ho sempre guardato i lati positivi e negativi, mi sono fatto un’idea razionale, ma al massimo ho detto “questa vettura non mi piace” ed espresso i motivi di tale affermazione.
Abarth 695 Biposto, la 500 da corsa definitiva. 1.4 Turbo 4 cilindri da 190 CV (a 5500 giri al minuto) e 250 Nm di coppia massima (a 3000 giri al minuto). Peso? 997 Kg. 0-100 Km/h in 5,9 secondi. Il cambio è un moderno manuale a innesti frontali a 5 rapporti. |
Questo è un degrado che distrugge la vera passione per le auto. Io non mi sono mai permesso di giudicare un’automobile, nemmeno quella che ritenevo la peggiore o la più brutta. Ho sempre guardato i lati positivi e negativi, mi sono fatto un’idea razionale, ma al massimo ho detto “questa vettura non mi piace” ed espresso i motivi di tale affermazione.
Ecco, quando parlate di auto non soffermatevi superficialmente ad esse. Pensate
che dietro ci sta sempre un bel gruppo di ingegneri, disegnatori, progettisti,
lavoratori. Tutte le volte che dite “che schifo di auto”, offendete pure questi
lavoratori che in poco tempo hanno dovuto realizzare l’auto. Siate più
razionali e dite: “Questa auto non mi piace”, piuttosto. La libertà di espressione c'è, ma bisogna saperla usare nel rispetto di tutti.
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