Ovviamente Throttle Addicted non poteva non far parte di questi malati di old scooters made in Pontedera chiamati Vespisti, avendo tra i veicoli ufficiali una 50 Special (terza serie, ovvero 4 marce, ruote da 10" e scritte in stampatello), immatricolata nel 1977, colore Verde Jungla 380.
Non completamente originale nel look e nella meccanica, ho preferito personalizzarla cambiando nasello e tettuccio del fanale posteriore (neri al posto che grigi) e dandole una voce più possente con una marmitta Proma.
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| La Special di Throttle Addicted nel suo habitat naturale. |
Anche se attualmente è sotto le mani del meccanico per illegalissimi engine upgrades (guai a voi non ditelo alla polizia perchè altrimenti mi tocca espatriare eh) ovvero un cambio di frizione, il divertimento in sella alle moto d'epoca è sempre assicurato, e molto appagante è lo sguardo della gente quando ti vede passare.
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| I dettagli fanno la differenza! |
Abitando in montagna qualche ritoccatina al motore è davvero necessaria, altrimenti le salite diventano interminabili, bastano un 75 o un 90 accoppiati ad una marmitta ad espansione per rallegrare le gite o solo per non dover partire mezz'ora prima degli altri.
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| Throttle Addicted si pone fermamente contro i vespisti della domenica: la Vespa va vissuta sempre! |
Il motore Piaggio 2 tempi da 49,77cc fornisce la potenza, se così si può definire, di 1,45cv: davvero troppo pochi per i ragazzi che la cavalcano, quindi le più note case costruttrici di gruppi termici e altre componenti motoristiche da decenni sviluppano modifiche per dare un po' più di brio al compatto motore della Vespa.
Non voglio scrivere cavolate del tipo "mio cuggino sotto la vespa ciaveva il 181 polini col doppio cabburatore e doveva appendere le bottiglie piene di cemento alla porcella pe no falla ribbaltare" come si può leggere in tanti blog, quindi mi limiterò a dirvi quattro parole sull'ultima superpompata Special che ho provato (purtroppo non è la mia), dove sotto la sua pancia destra trova posto un 130 Polini con la doppia aspirazione, e sotto la sinistra una marmitta ad espansione Giannelli.
La doppia aspirazione consiste nel fornire la miscela di carburante e aria sia al carter (aspirazione standard della vespa) che al cilindro, avendo così un collettore di aspirazione che dal carburatore (24 Dell'Orto) si sdoppia.
Questa tipologia di aspirazione permette di raggiungere un'elevato numero di giri, a tutto vantaggio delle prestazioni e del sound che è eccezionale, senza casco ti trapana i timpani. L'accelerazione è omogenea, anche se non ho avuto spazio necessario per tirarla al massimo, dato che quando sono sceso dallo specialino il possessore mi dice: "guarda che eri solo a metà giri", e io sono rimasto lì basito.
Un po' di storia.
La Vespa nasce ufficialmente il 23 Aprile 1946, quando la Piaggio deposita il brevetto di "motocicletta a complesso razionale di organi ed elementi con telaio combinato con parafanghi e cofano ricoprendo tutta la parte meccanica". Il primo prototipo denominato MP5 viene sviluppato dall'ing. Renzo Spolti ma non soddisfa appieno le richieste di Enrico Piaggio.
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| La MP5, soprannominata simpaticamente Paperino. |
Il secondo prototipo (MP6) viene forgiato dalla matita dell'ing. Corradino D'Ascanio e questa volta ottiene il nullaosta dal signor Piaggio per la produzione di massa dello scooter, seppur con qualche piccola modifica.
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| Il progetto della MP6. |
Il primo modello di Vespa prodotto in larga scala è la 98 del 1946, che si evolverà negli anni a seguire in 125 e in tantissime altre versioni e cilindrate, dalla 50 (1963) utilizzabile senza patente dai 14 anni, alla potente 200 (1972), passando per l'unica versione a 4 ruote: la Vespa 400 (1958), una rarità ricercata nel mondo dei vespisti.
