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L'arma segreta di Audi per il Gruppo S

Ci troviamo nell'incredibile e tragico 1986.
Nel mondo dei rally non bastavano le mostruose prestazioni delle Gruppo B e quindi si guardava ad un'ulteriore categoria composta da prototipi ancora più veloci dei mostri del Gruppo B.
Tutti i costruttori che si davano battaglia nel Gruppo B stavano sviluppando prototipi esclusivi, dalle prestazioni a dir poco incredibili.
Lancia aveva ultimato lo sviluppo e la costruzione della Lancia ECV e stava già approntando la successiva evoluzione con l'incredibile propulsore "Triflux", Peugeot stava ultimando la Quasar da 800 cavalli, Toyota aveva approntato ben due versioni della MR2 222D, una a trazione posteriore per i rally su asfalto ed una a trazione integrale su fondi a bassa aderenza.

E Audi? 
Audi ha sviluppato già due prototipi a motore centrale per il futuro Gruppo S, conscia dell'evidente svantaggio che ha la sua Sport Quattro S1 a motore anteriore contro le 205 T16 Evo2 o la Delta S4 o la Ford RS200 a motore centrale.
Il futuro modello doveva, per forza di cose, avere un layout a motore centrale. 
Nel 1984 Audi testò un prototipo esteticamente diverso dalla Quattro A2 che aveva vinto nel Gruppo B. 


Era un prototipo a motore centrale, simile nelle proporzioni alla Sport Quattro a passo corto che arrancava nel gruppo B, ma con dei particolari, come le prese d'aria che portavano l'aria al propulsore, tipici delle auto da gara a motore centrale.
La base ovviamente era il collaudato e potentissimo propulsore a cinque cilindri da 2,1 litri sovralimentato della potente Audi Sport Quattro S1, che in ultima evoluzione toccò quota 600 cavalli.
Nonostante questo prototipo venne provato a Desna per molti mesi, il team Audi capeggiato da Roland Gumpert (proprio lui, il Gumpert della Apollo) stava approntando in gran segreto un prototipo ancora più estremo, totalmente riprogettato da zero e lontano da parentele con la precedente Audi Sport Quattro S1.
Costruire una vettura da gara a motore centrale andava contro i principi del marketing della casa dei quattro anelli, così Piech autorizzò Gumpert a costruire un prototipo a motore centrale, a patto di non far trapelare alcuna indiscrezione in merito. 


Il suo nome era Audi Sport Quattro S2.
L'unico elemento comune era il propulsore a cinque cilindri dalle prestazioni a dir poco mostruose.
600 cavalli è una potenza davvero impegnativa, ma non era abbastanza per gli standard più elevati del gruppo S, dato che i prototipi Lancia ECV e Peugeot Quasar vantavano potenze prossime agli 800 cavalli.
Gli ingegneri del team Audi Sport quindi fecero salire la potenza dell'incredibile propulsore (dotato di due turbocompressori) a ben oltre 1000 cavalli!


Ovviamente la potenza veniva scaricata tramite l'efficace sistema di trazione integrale Quattro che aveva portato tante vittorie alla casa dei quattro anelli in precedenza. 
Il telaio era totalmente nuovo e prevedeva una struttura in traliccio di tubi al posto della monoscocca.
Lo stesso Gumpert non ci mise molto a notare che il miglioramento dal punto di vista dell'handling era evidente ed il team Audi apportò alcune piccole modifiche prima di farla provare a Walter Rohrl.
Inizialmente i test erano previsti sempre a Desna, ma dopo che questa indiscrezione trapelò  con conseguente assiepamento dei giornalisti nei pressi della zona coinvolta nei test della futura Audi da Gruppo S.
 

Scoprendo che c'erano degli ospiti indesiderati, nonostante ogni possibile camuffamento dei tir dell'equipaggio il team Audi ritornò in Germania e fece provare a Rohrl il prototipo su un breve tracciato di 12 km su fondo asfaltato.
Rohrl fu entusiasta della vettura e, durante i suoi test, venne fermato da una pattuglia della polizia perchè lo scarico era troppo rumoroso. 
I poliziotti quindi decisero di lasciar andare Rohrl, non prima di aver fatto una "partenza adeguata".
Il prototipo finale noto come Audi Sport Quattro RS 002, doveva avere una linea molto filante e tondeggiante con importanti appendici aerodinamiche come la gigantesca ala posteriore, quasi da vettura di Gruppo C. 


Questo prototipo, a differenza della precedente Audi Sport Quattro S2, doveva avere per regolamento un motore sovralimentato di 1200 cm3 con una potenza massima di 300 cavalli.



Audi costruì quindi un motore sei cilindri in linea sovralimentato da 1200 cm3 e 300 cavalli di potenza massima, sempre coadiuvato dal sistema di trazione integrale permanente Quattro.
Il prototipo Sport Quattro S2 servì molto come laboratorio mobile per le nuove tecnologie da sviluppare a livello aerodinamico e dal punto di vista telaistico. 


Lo stesso prototipo non rispettava il regolamento, essendo una via di mezzo tra una Gruppo B ed una Gruppo S, e quindi serviva per testare nuove soluzioni più performanti dal punto di vista delle prestazioni e dell'affidabilità, utilizzando un motore molto più potente rispetto al dato imposto da regolamento per vedere come reagivano telaio, freni e sospensioni alle sollecitazioni molto elevate che imponeva un motore così potente.


Peccato che questo, come tanti altri prototipi non vide mai la luce a causa delle nuove regole imposte dalla stagione 1987.
Ufficialmente Audi interruppe lo sviluppo di questo prototipo a seguito delle nuove regole in vigore dal 1987, ma alcune voci più fantasiose asseriscono che la causa fondante dell'interruzione dello sviluppo di questo incredibile prototipo fu una foto delle prove in Germania che venne pubblicata a mezzo stampa, facendo venir meno la segretezza del progetto.


Sono stati costruiti ufficialmente tre prototipi del veicolo da prova, tutti e tre distrutti, a detta di Roland Gumpert. 
Ad oggi è possibile trovare l'unico prototipo rimasto di quel progetto di sviluppo nel museo Audi di Ingolstadt.




GOODIES

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