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4C, l'Alfa che tutti aspettavamo.

Sono passati sei anni tra l'inizio della produzione della 8C Competizione (2007) e il lancio della 4C (2013), dieci se pensiamo alla presentazione della 8C durante il 60° Salone dell'auto di Francoforte nel lontano 2003.

In questo arco di tempo Alfa Romeo ha sfornato la 159 nelle varianti berlina e SW, la Brera, la nuova Spider, la MiTo e la Giulietta. Auto pensate per la famiglia, pesanti e tutt'altro che sportive. Nulla a che vedere, quindi, con la nomea che Alfa Romeo si è costruita di anno in anno e di successo in successo nel secolo scorso.

Era necessario un cambio di rotta, qualcosa che facesse dimenticare i vari "cuori sportivi" 1.9 diesel, le trazioni anteriori e le masse che avrebbero fatto impallidire una petroliera.




La risposta finalmente arriva e coinvolge altri due grandi nomi: Maserati e Dallara. Nasce così la 4C, il cui nome richiama l'adozione di un piccolo propulsore a 4 cilindri (e 1750 cc di cilindrata) e il suo legame con il passato (ricordiamo le gloriose 8C e 6C).

Per la precisione, Maserati si occupa del processo produttivo, mentre Dallara ha fornito un brevetto (di derivazione F1) per la realizzazione della leggerissima monoscocca in fibra di carbonio, inedita per una produzione in serie ma soluzione largamente adottata nelle vetture da competizione e nelle fuoriserie.



Per limitare ulteriormente il peso, sono inoltre state eliminate tutte le componenti superflue, i sedili (sportivi, a sottolineare la natura della 4C) presentano un'imbottitura alleggerita e una struttura di materiali compositi rinforzati, mentre la plancia è composta da un guscio pressofuso di materiale polimerico.





La motorizzazione è solo una, un propulsore turbocompresso di 1750 centimetri cubici, 4 cilindri e 240 CV, posteriore-centrale posizionato trasversalmente, che muove appena 970 kg in ordine di marcia (all'incirca lo stesso peso di una Fiat 500). Il cambio è un rapidissimo doppia frizione con modalità launch control e la possibilità di inserire manualmente le marce attraverso i paddle posti dietro il volante. La trazione è posteriore e l'erogazione della potenza può essere tarata grazie all'adozione del consolidato dispositivo del D.N.A., questa volta con ben 4 settaggi (Dynamic, Natural, All Weather e Alfa Race) selezionabili tramite il classico manettino, che interviene anche sui tempi di cambiata e sui sistemi elettronici di ausilio alla guida (ESC e ASR).
Le prestazioni sono da vera sportiva, con un'accelerazione da 0 a 100 km/h che avviene in 4.2 secondi ed una velocità massima che supera i 250 km/h.



La 4C si posiziona di diritto nella fascia della Lotus Elise S, della Nissan 370Z e della versione entry level della Porsche Cayman, sia come prestazioni, seconde a nessuna, sia come prezzo (quello dell'Alfa parte da poco più di 50 mila euro).
Dopo anni di sportività dimenticata, ecco finalmente un'Alfa all'altezza del marchio che rappresenta, un'Alfa accessibile a molti (e non a pochi come la 8C Competizione!), un'Alfa per la quale Henry Ford si toglierebbe il cappello.

Chapeau, Alfa Romeo!








Simone Grilli

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