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24H di Le Mans: Audi ha fatto 13!

Come da titolo, anche quest'anno la vittoria finale della 24H di Le Mans è andata all'Audi, che quest'anno ha portato in pista 3 R18 TDI. Per la tredicesima volta, gli uomini della casa dei quattro anelli sono saliti sul gradino più alto del podio a festeggiare la vittoria di una delle gare più affascinanti dell'intero panorama relativo al motorsport. Non è bastato a Toyota conquistare la prima piazza in qualifica e non è bastato a Porsche di arrivare quasi a fine gara con la vettura al primo posto, Audi alla fine l'ha spuntata e ha vinto, grazie anche a un team efficiente come pochi, capace di cambiare una turbina a caldo in soli 16 minuti! Ma andiamo con ordine, che in questa 24h di Le Mans ne sono successe di cose. Fortunatamente non c'è stato nessun morto, come nello scorso anno in cui perse tragicamente la vita Allan Simonsen su Aston Martin Vantage GTE.
Lo sfortunato incidente di Loic Duval
Gli incidenti però non sono mancati già a partire dalla sessione di prove, quando la R18 numero 1 guidata da Loic Duval perde il controllo alla curva Porsche e si schianta a 260 km/h contro le barriere sfondando la rete e riducendo il prototipo ai minimi termini.
Nonostante tutto, il prototipo verrà riparato a tempo di record e Duval sarà sostituito da Marc Genè in via precauzionale. Durante la sessione di qualifiche, numerose sono state le interruzioni a causa di incidenti nuovamente all'Audi numero 1, questa volta guidata da di Lucas di Grassi, e alla Ferrari 458 Italia di James Calado, uscito di strada anch'esso alle curve Porsche.Alla fine nemmeno Calado prenderà parte alla corsa, sostituito da Pierre Kaffer.
Ad ottenere la pole è la Toyota TS040 Hybrid guidata da Kazuki Nakajima, primo pilota giapponese nella storia della 24 ore a conquistare la posizione di testa in griglia di partenza staccando anche il record di pista con un incredibile 3'21"789. Segue la Porsche 919 Hybrid numero 14 con equipaggio Dumas/Lieb/Jani a 357 millesimi di distacco, poi la Toyota numero 8 e la Porsche numero 20. Solo quinta la prima delle Audi, la numero 2 (che sarà la vincitrice finale)
La TS040 che ha conquistato la pole position
In classe LMP2 spicca il 3'38"094 della Ligier JS P2 numero 46 del team Thiriet by TDS Racing e nelle classi LM GTE Pro e Am la doppietta di Ferrari con il 3'53"700 della Ferrari 458 Italia team AF Corse numero 51 in classe LM GTE Pro e il 3'54"665 della Ferrari 458 Italia team AF Corse numero 81. Male Porsche tra le GT, con la vettura n. 91 ferma subito e la n. 92 rallentata da problemi.
Si arriva dunque alla gara. 3 del pomeriggio, al segnale del via, tutti i piloti si avviano di corsa verso le loro auto e parte dunque la gara.
In classe LMP1 la Toyota di Wurz mantiene il comando, mantenendo la prima posizione nonostante una lotta serrata alle sue spalle. Dopo la prima ora sarà l'Audi la prima inseguitrice, con entrambe le Porsche che hanno subito accusato dei problemi, con la numero 14 che ha dovuto sostituire la pompa della benzina, ripartendo dalla cinquantesima posizione, e la vettura numero 8 (Toyota TS040 Hybrid) protagonista di un dritto in un doppiagio, causando la prima slow zone della corsa.
La disperazione di Bonanomi
Il primo colpo di scena arriva dopo un'ora e mezzo di corsa: inizia a piovere copiosamente, prendendo in contropiede i piloti. Marco Bonanomi, che si trovava in terza posizione alla guida della sua Audi, rallenta per la pista bagnata. Dietro di lui, Lapierre perde il controllo della sua Toyota, urtando la E-Tron dell'italiano, colpita poi ancora al retrotreno dalla Ferrari di Bird, che non riesce ad evitare l'impatto. L'Audi numero 3 riporta danni molto gravi alla trasmissione e alle trasmissioni e si vede costretta al ritiro, tra le lacrime di Bonanomi. La stessa sorte tocca alla 458 Italia di Sam Bird. Lapierre, fortunatamente, riesce a rientrare ai box. I meccanici Toyota riescono a riparare la macchina che torna in pista staccata di 8 giri grazie anche alla lunga neutralizzazione mentre la vettura era ai box.
La Toyota numero 8 coinvolta nello scontro con la R18 di Bonanomi
Nelle fasi successive, caratterizzate da una pista in progressivo asciugamento e diverse autonomie delle vetture, Toyota, Audi e Porsche si alternano al comando della corsa, con la vettura della casa di Stoccarda più lenta di un secondo al giro ma con una giro in più di autonomia su un pieno. Intanto la Porsche n.14 rimonta fino al decimo posto dal cinquantesimo posto. Con l'arrivo della notte, però, è la Toyota a condurre la corsa, con Wurz che guida la vettura n. 7 rilevata da Nakajima a un giro di vantaggio sulle due Audi. Mark Webber guida la Porsche al quarto posto mostrando qualche difficoltà nella guida notturna.
A metà gara l'Audi n.1 d Kristensen è costretta ai box per un guasto e viene superata dalla Porsche, mentre la Toyota davanti appare imprendibile. Quando la notte lascia il posto all'alba, però, un altro colpo di scena: Nakajima, in testa alla corsa, deve arrestare la sua Toyota per un guasto elettrico che la costringerà al ritiro. Scene da tragedia greca nel box Toyota, che ha l'altra vettura attardata di parecchi giri e impossibilitata a lottare per la vittoria. Sono quindi le due Audi a condurre la gara, con le due Porsche a inseguire.
Bella ma sfortunata: la 919 Hybrid numero 20

La gioia del team Joest con i piloti
Si fa festa sul podio
Alle 7 del mattino, però, l'Audi n.2 di Fassler lamenta problemi al turbo rientrando ai box per un rifornimento. Dopo un breve controllo viene l'auto viene rimessa a terra per ripartire ma non si muove. Riportata nuovamente in garage, la vettura viene mandata in pista dopo 23 minuti. Fassler rientrerà terzo, aiutato da una saefty car, dietro all'Audi di Genè e alla Porsche di Webber e attardato di due giri. Dopo poche ore è però la n.1 di Kristensen ad accusare problemi al turbo, che verrà sostituito in soli 16 minuti dai meccanici del team Joest. Intanto è la Porsche che, a sorpresa, conduce la corsa e comincia a pregustare la vittoria.
Dura poco, però, il momento di gloria della Porsche: la casa tedesca vede infatti entrambe le vetture accusare problemi al motore nell'ultima ora, costringendole ai box e a una definitiva resa. La Porsche 919 numero 14 verrà comunque rimessa in pista alla fine della gara per prendere la bandiera a scacchi e qualificarsi.Il box Audi si rende protagonista di un grande gesto di sportività, applaudendo il rientro in pista della Porsche numero 14.
Sarà quindi la R18 TDI numero 2, con Treluyer al volante, a tagliare per prima il traguardo della corsa, seguita dall'altra Audi e dalla Toyota di Davidson. Al quarto posto termina una Rebellion motorizzata Toyota che, non essendo ibrida, non poteva di fatto competere per la vittoria finale. Onore al merito per questo piccolo team svizzero per aver infastidito le big della gara.
C'è anche un po' d'Italia nelle vittorie a Le Mans: 458 AF Corse numero 51
Nelle classi "minori", vittoria della Zytek Z11 del team Jota numero 38 (equipaggio Turvey/Dolan/Tincknell) che stacca di un giro la Ligier JS P2 che aveva conquistato la prima piazza di classe in qualifica. In LM Gte Pro vittoria tutta italiana del team AF Corse numero 51 con gli italianissimi Gianmaria Bruni e Giancarlo Fisichella insieme al finlandese ex pilota di rally Toni Vilander. Vittoria di Aston Martin (equipaggio Poulsen/Thim/Henember Hansson) in classe LM Gte Am mettendo dietro anche una LMP2 (la Zytek Nissan del team Caterham). Ritirata al sesto giro invece l'innovativa Nissan ZeOD RC a propulsione completamente elettrica, derivata dalla fantascientifica Deltawing (quest'ultima partecipò nel 2012 ritirandosi).
Pur non godendo del favore dei pronostici, che arridevano sicuramente a Toyota, l'Audi ottiene un successo che ricorda quello del 2010: pur non disponendo della vettura più veloce, esperienza e un grande lavoro dai box hanno permesso di approfittare dei problemi altrui e di cogliere il 13° successo a Le Mans. L'assalto alle 16 vittorie di Porsche è lanciato.
Ci vediamo al prossimo anno, svelando già che ci sarà anche Nissan con l'erede spirituale della R390GT1, la GT-R Concept e sperando che i rumors sul ritorndo di Ferrari nel mondiale Endurance siano vere!



Godetevi gli highlights dell'ultima ora di gara:






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