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Monza: Addio F1. E poi cos'altro ancora?


"Non credo che faremo un altro contratto, il vecchio è stato un disastro per noi dal punto di vista commerciale. Dopo il 2016 bye bye...". 

Queste parole giungono agli appassionati come un fulmine a ciel sereno. Stando alle affermazioni di Bernie Ecclestone, patron della Formula 1, nel 2016 lo storico Autodromo di Monza vedrà la sua ultima gara della massima categoria, dopo più di 80 Gran Premi disputati tra le sue curve.



Le possibilità di un ripensamento sono alquanto minime, data la situazione in cui verte l'impianto già da qualche anno.



A partire dall'amministrazione che, con tutta franchezza, fa acqua da tutte le parti. Per chi non lo sapesse, una quindicina di persone (tra cui l'ex direttore del circuito Enrico Ferrari e l'ex responsabile tecnico Giorgio Beghella Bartoli) a settembre dovranno presenziare al tribunale di Monza per il processo che li vedrà coinvolti in seguito alle indagini che hanno portato alle accuse di irregolarità, corruzione, false fatturazioni, usura e, per il contabile Franco Becchere, addirittura di pedopornografia. E non dimentichiamoci delle intercettazioni telefoniche riguardanti Beghella Bartoli e l'ex direttore in persona, che, consapevoli dell'esistenza di bolle sull'asfalto che hanno portato alle cadute di alcuni piloti durante la tappa brianzola del campionato mondiale Superbike nel 2012, hanno preferito omettere questo "dettaglio" agli organizzatori.



E dato che il problema dell'Autodromo è alle radici, anche i rami ne risentono. Mi riferisco alla struttura fatiscente che ogni spettatore, italiano ma anche straniero, si trova davanti per forza di cose. Reti arrugginite, servizi igienici vecchi, sporchi e spesso inutilizzabili, vie di accesso alle tribune che diventano inagibili con il minimo accenno di pioggia, i parcheggi che subiscono la stessa sorte, e chi più ne ha più ne metta.


La scelta di Ecclestone non è da biasimare. Monza ha più di 90 anni di storia, è il più vecchio nel calendario della F1 ed è anche il più veloce. Ma a tutto c'è un limite. Sono anni che questi problemi infestano uno degli autodromi più importanti nel mondo, ma non è mai stato fatto nulla. Abbiamo già avuto paura, in passato, che il Gran Premio ci venisse tolto, ma ce la siamo sempre cavata. Però questa volta è diverso, il vaso è traboccato e, oltre all'acqua, è uscita anche la Formula 1. Possibile che nel nostro Paese si debba vivere di rendita sull'immagine di quella che è l'Italia che fu? Monza ha perso la 1000 km, il WTCC, la SBK ed ora anche la F1. Di questo passo finiremo per perdere anche i track days, e l'autodromo diventerà una struttura desolata della quale rimarranno solo i ricordi del glorioso passato.



E io da appassionato non posso immaginarlo. Non voglio immaginarlo. All'Autodromo serve aria nuova, aria pulita, quell'aria di passione che manca da troppo tempo oramai. A luglio si eleggerà il nuovo consiglio dell'ACI Milano che determinerà il futuro del circuito di Monza e spero che gli elettori abbiano idea di quella che è la situazione attuale e di chi ha le capacità e l'interesse di riportare l'Autodromo ai fasti di un tempo, nominando chi le piste le ha vissute in prima persona e non chi le ha viste seduto da una delle tante poltrone che occupa.



Simone Grilli

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