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Bagheera U8: la coupè francese ad 8 cilindri... e non solo!


Matra presenta un prototipo più performante della Bagheera base quando questa arriva nei concessionari, ovvero nel luglio 1973 e si tratta della Bagheera U8.
Una versione (nome del progetto M 560) con un motore più potente della M 530. Senza fare tanti giri di parole, il propulsore della U8 è formato dall'unione di due motori da 1294 cc della Bagheera di serie, in modo tale da evitare i tempi e i costi di progettazione di una nuova unità propulsiva.
Il risultato? Un motore con due bancate disposte a U di 80°.
Essendo stati uniti frontalmente, con l'alimentazione in comune e lo scarico ai lati, i due motori avevano inizialmente un senso di rotazione opposto.
Problema risolto prima collegando i due alberi a gomito con degli ingranaggi, ma essendo risultato inaffidabile questo sistema fu sostituito da un altro metodo: si aggiunge un albero centrale collegato ai due alberi laterali tramite delle catene dette Tornado.


Il blocco destro ha ricevuto il volano, la frizione a diaframma e infine il cambio manuale di derivazione Porsche a 5 marce.
Il "U8" della M 560 aveva quattro carburatori doppio corpo Weber con due filtri dell'aria conici.
Ed è proprio l'alimentazione di cui aveva bisogno questo motore l'unico neo di quest'auto, il che non lo rendeva affatto competitivo sul mercato... soprattutto con lo scoppio della crisi petrolifera di quegli anni!
D'altro canto vantava ottime prestazioni: il motore 16 valvole di 2,588 cc (1294 cc per 2 motori, ndr), (con l'alesaggio di 76,6 mm e la corsa di 70) erogava 167 cavalli a 6200 giri al minuto e sviluppava una coppia massima di 216 Nm a 4000 giri/min.
Aveva inoltre un rapporto di compressione di 9,8: 1.
Grazie anche al peso ridotto (circa 1200 kg) e alla forma aerodinamica, la Bagheera U8 toccava i 232 km/h.
Per ottenere una migliore tenuta di strada alle alte velocità venne modificato anche il corpo vettura, portando il passo da 2370 mm a 2610 mm.
Nonché i passaruota furono maggiorati, comparvero le prese d'aria laterali per alimentare meglio il motore e le luci posteriori furono modificate.
Al raddoppiamento della potenza corrispose l'upgrade dell'impianto frenante grazie all'adozione di dischi autoventilanti.
Il telaio invece era già adatto a sopportare la potenza del motore ad 8 cilindri, perché era prevista fin dall'inizio una versione ad alte prestazioni della coupè di casa Matra.
Era anche pronto lo spot con cui presentare alla stampa la Bagheera U8.
Purtroppo, come detto prima, il progetto fu troncato dopo ben 18 mesi per l'ovvia ragione che durante la crisi petrolifera la M 560 non poteva sicuramente avere successo ma, anzi sarebbe stata uno sperpero di denaro.
Due dei tre esemplari realizzati sono giunti fino a noi, in quanto un prototipo fu distrutto in un incidente durante i test. Tuttora un esemplare appartiene a Jean Paul Beltoise, ex pilota Matra, mentre l'ultimo è possibile osservarlo al Museo Matra di Romorantin, in Francia. Il motore di questa Bagheera è stato tolto dall'auto per esporlo accanto.


L'idea azzardata di produrre una piccola coupè con un motore di 8 cilindri era forse un modo di proporre concretamente al pubblico l'esperienza di Matra nelle corse e nelle competizioni.
Nel 1969 infatti si aggiudica in Formula1 il Campionato mondiale Costruttori e quello Piloti con Jackie Stewart e la Matra MS 80, vincendo 9 Gran Premi. Le scuderie Matra erano due: quella ufficiale di Matra-Elf e la Matra-International di Ken Tyrrel.

La MS80 di Jackie Stewart


Dopo essersi ritirata dalla F1, Matra vinse anche la corsa di endurance più famosa del mondo: tre vittorie consecutive alla 24 Ore di Le Mans: nel 1972 con la MS 670, nel 1973 invece avvenne il duello tra la Ferrari 312 PB e la Matra MS 670B (vinse quest'ultima),  nel 1974 con la MS 680.

Il prototipo Matra 670B che batté la Ferrari 312 PB nel 1973

Ora godetevi quello che per molti è il V12 F1 con il miglior sound! Ecco la Matra MS11 V12.








GOODIES

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