Siamo in trepidante attesa. Domenica più di 400 equipaggi tra auto, camion, moto e quad saranno al via dell'edizione 2015 del rally-raid più famoso al mondo. A Buenos Aires si partirà e arriverà; nel mezzo, 9000 estenuanti chilometri tra Argentina, Cile e Bolivia. Per molti piloti, le due settimane più dure della loro vita. La Dakar è ormai una corsa leggendaria, nonostante non tocchi più la capitale senegalese. Com'è iniziato tutto ciò?
Il pilota francese Thierry Sabine rischiò di rimanere disperso con la sua moto durante il raid Abidjan-Nizza 1977, sopravvivendo per miracolo ma rimanendo incredibilmente affascinato dall'ambiente sahariano; da qui, il desiderio di condividere ciò che aveva colpito il suo cuore. Nasce l'idea di una gara che del raid al quale stava partecipando riproducesse il percorso inverso. Dalla capitale francese, Parigi, alla capitale del Senegal, Dakar. Nel giorno di Santo Stefano 1978 il via alla storia: 80 auto, 90 moto, 12 camion per la prima edizione della Parigi Dakar.
Il percorso originario annoverava 17 tappe (10 speciali), per un totale di 18 giorni (trasferimenti inclusi). Nelle prime due speciali si arrivava da Parigi a Marsiglia per poi salpare alla volta dell'Algeria; il paese maghrebino lasciava il passo a Niger e Mali per poi giungere finalmente in Senegal. 10000 km di sterrati, pietraie, villaggi e...lo sterminato Sahara.
Per l'edizione 1979 non furono stilate classifiche separate per mezzi a due o quattro ruote (alle quali si procedette solo l'anno successivo). A Dakar i primi tre classificati sono, prevedibilmente, tutti motociclisti; li capeggia Cyril Neveu (che ne vincerà altre quattro) su Yamaha 500XT. La classifica "ufficiosa" per le automobili vede Genestier-Terbiaut su Range Rover arrivare per primi sulle coste senegalesi (quarti assoluti). Da registrare con un po' di patriottico orgoglio Cesare Giraudo su FIAT Campagnola sul gradino più basso del podio automobilistico, unico non francese tra i due podi.
La prima edizione si dimostrò subito estenuante sia fisicamente sia psicologicamente (il GPS era un segnalatore e...un istinto naturale!). Partiti in 90, i motociclisti arrivarono in 24. 49 su 80, invece, le auto. Ecco come nacque il mito Dakar. Sognato, temuto, criticato e amato, il rally più famoso del mondo è arrivato nel 2015 ad emozionarci ancora, non perdendo un briciolo del suo fascino originario. Sperando che sia solo una festa dei motori e che il sangue non scorra più come in passato. Ora si corre in Sudamerica, ma per noi rimarrà sempre la "Parigi Dakar"!
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