Ricavata dalla fantastica, ma tutt'altro che affidabile, Beta Montecarlo, la Beta Montecarlo Turbo fu l'arma proposta da Lancia per tentare l'assalto al Gruppo 5, conosciuto ai tempi anche come campionato Silhouette. Ai tempi, le auto che si battagliavano per
Una foto delle tre Beta Montecarlo Turbo ufficiali nel 1981
la vittoria finale del campionato erano dei mostri da battaglia ricavati da auto sportive di serie (vedi la Zakspeed Capri o la Bmw 635Csi, o la M1 e tanti altri modelli, tra cui le giapponesi Mazda RX-7 SA22, le Celica A22/A45 e le Nissan Silvia) con prestazioni paurose che non hanno nulla da invidiare a quelle delle vetture dei campionati FIA GT che corrono sui circuiti di tutto il mondo. Derivata dall'Abarth SE030 con telaio X1/20 e motore V6 Abarth Volumex 3.5 da 285 cavalli, la Beta Montecarlo Turbo presentò, al suo debutto, un motore molto più piccolo (un 4 cilindri in linea da 1425,9 cc per rientrare nella categoria sotto i 2000 cc grazie al fattore 1,4:1 di equivalenza per i sovralimentati) ma molto più performante, accreditato di ben 480 cavalli di potenza a 7200 giri/minuto nella versione originaria. In realtà venne usato anche un motore da 1773 cc accreditato di una potenza superiore di 10 cavalli, e un'ulteriore versione da 2001 cc per cercare di contrastare lo strapotere della Porsche 935 che è risultata vittoriosa nella 6 ore del Mugello del 1980 con l'equipaggio composto da Eddie Cheever e Riccardo Patrese, non proprio due neopatentati ai primi approcci al volante. Come per altre vetture uscite da Corso Marche, la Beta Montecarlo si dimostra subito un'auto all'altezza della concorrenza e riesce a imporsi nella classe sotto i 2 litri dominando praticamente la divisione e vincendo due gare nella categoria oltre i 2 litri, strappando di fatto alla Porsche la vittoria generale del campionato marche, grazie alle vittorie di divisione, maggiori rispetto a quelle dei tedeschi (entrambi i team avevano, al conteggio finale, lo stesso numero di punti. A coronamento di un anno straordinario per la Beta Montecarlo Turbo, vi è anche la doppietta nel giro d'Italia marche con gli equipaggi Alen, Kivimaki e Patrese che precedono quello di Bettega, Bernacchini e Alboreto. Nel 1981 c'è la conferma del titolo marche, strappato un'altra volta a Porsche, grazie allo strapotere nella categoria sotto i 2 litri che, grazie al maggior numero di vittorie nella propria divisione (una in più), riporta il titolo in Corso Marche per il secondo anno di fila. Dal 1982 c'è il declino della Beta Montecarlo Turbo, in quanto è stata sviluppata la nuovissima Lancia LC1 che correrà per il campionato prototipi di Gruppo 6 e la Beta Montecarlo non godrà del supporto del team ufficiale. Anche se la sua carriera è giunta al termine, la Beta Montecarlo farà da base per una delle leggende del rally: la mitica Lancia 037.
Ma questa è un'altra favolosa storia che tratteremo più in avanti.
Godetevi in questo video, ripreso a Monza dall'utente 19Bozzy92, le linee sinuose della carrozzeria, il sound del 1.4 turbo e la bellezza della mitica livrea Martini Racing di questo pezzo di storia dell'automobilismo sportivo.
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