Mentre oggi i ragazzi di 20 anni sono costretti a guidare auto tristi e scialbe come la Toyota Aygo, la Fiat Panda, la Dacia Sandero o altre auto del genere per vari motivi legati a beghe burocratiche e ai costi della benzina davvero elevati, 20 anni fa era tutta un'altra storia.
I nostri padri sognavano, e guidavano ben altri modelli di automobili, a differenza nostra che guidiamo dei mezzi indefiniti da 70 cavalli così lenti da far venire voglia di prendere i mezzi pubblici. Si tratta di modelli storici che strizzano ancora oggi l'occhio alle nuove generazioni grazie a un'aura data dalla combinazione di potenza, corpo vettura piccolo e bulli di quartiere che erano il modello di riferimento per tutti i ragazzi. Ma procediamo con ordine.
(Da qui in poi, l'articolo sarà orientato sull'ironia ricalcando i luoghi comuni su queste auto nelle epoche in cui circolavano)
FIAT UNO TURBO (1985)
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Una Uno Turbo che non ha mai visto una curva |
La piccola italiana, nata dalla mente folle degli stessi ingegneri Abarth che hanno collaborato allo sviluppo della Delta S4 è stata un modello di riferimento specialmente per coloro che viaggiano verso la mezz'età ma conservano ancora lo spirito ribelle degli anni'80. Nata nel 1985, è stata il sogno, non troppo nascosto di migliaia di ragazzi. Questi ultimi, affascinati dalla scritta "Turbo" sul cofano sognavano che dentro il cofano ci fossero milioni di cavalli pronti a farli viaggiare nel tempo. I cavalli effettivi, però, erano "solo" (si fa per dire) 105, erogati dal 1.4 Fire sovralimentato con turbocompressore IHI e dotato di intercooler aria/acqua. Per i ragazzi poco importava se i cavalli fossero davvero 105, l'importante era sentire la spinta del turbo che ti attaccava al sedile e ti catapultava verso alte velocità. Grazie al caratteristico ritardo di risposta del turbo, che in questa piccola pepata era molto accentuato, nel momento meno aspettato... BANG! Partiva il calcio nelle reni e la macchina si fiondava ad alte velocità. Se ai ragazzi del tempo piaceva molto questo effetto, dal punto di vista pratico era una bella gatta da pelare, specialmente quando si dovevano effettuare dei sorpassi e serviva la spinta del turbo, oppure in prossimità di una curva, quando il turbocompressore entrava in azione nel momento meno opportuno. Si diceva anche che non fosse un'auto adatta per affrontare ad alta velocità le curve. Questa "leggenda metropolitana" è stata confermata da molti ragazzi che l'hanno posseduta e che si sono reimprovvisati cercatori di funghi.
Un altro difetto era anche che al primo acquazzone la Uno Turbo si dissolvesse nel nulla.
Inoltre, sempre parlando di leggende metropolitane, tutti avevano un cugino bullo di quartiere che aveva spinto la Uno Turbo oltre i 220 in tangenziale. Al giorno d'oggi in Italia se ne contano 2 in totale stato di originalità meccanica e non. In definitiva, la Uno Turbo rispecchiava il bullo di quartiere con la sigaretta in bocca che non finiva mai, peggio di Jigen. Guai a contraddirlo.
RENAULT 5 GT TURBO (1985)
Coetanea della Fiat Uno Turbo, la Renault 5 GT Turbo era la sua rivale per eccellenza, in quegli anni in cui l'auto era un vero status symbol e molto dipendeva dall'auto che guidavi.
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"Uhm, ho bisogno di un cappello nuovo. Vado a schiantarla" |
Anche questa faceva molto "bullo di quartiere" e quindi veniva adorata dai giovani, al punto che molti la preferivano a tutte le Ferrari, tranne la F40 e la 288 GTO. Anche questa piccola pepata francese veniva spinta da un 1.4 di concezione preistorica sovralimentato tramite turbocompressore. La potenza era stabilita in 115 cavalli, passati a 120 con l'adozione di un intercooler ad acqua. Dato che c'erano 10 cavalli di differenza, molti preferivano questa alla Uno Turbo, convinti che quei 10 cavalli in più significavano un'auto infinitamente più veloce. A essere più veloce lo era, ma solo leggermente e in pista, non nel mondo reale. Ai semafori entrambe stracciavano i Mercedes 190 senza logo perchè se li erano rubati gli stessi proprietari di queste auto. Riguardo a questa auto, c'è meno gente che ha un cugino che la guidava, anche perchè non erano calciatori che potevano comprare tante macchine. Nonostante tutto ricordo di un professore che disse che aveva un amico che si era ribaltato con la Renault 5 GT Turbo a ben 240 orari in tangenziale. Beh, almeno a quei periodi si è procurato un bel cappello da esporre con gli amici.
PEUGEOT 205 GTI (1986)
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Una rara foto di una 205 che non si trova in un parcheggio di discoteca |
Un anno dopo le piccole pepate turbocompresse, Peugeot esce allo scoperto mettendo in commercio la versione sportiva della piccola della casa francese del leone. Sulla scia del successo nel gruppo B della versione T16 della 205, la Peugeot mette in vendita una versione equipaggiata col 1.6 aspirato da 105 cavalli e una versione col 1.9 aspirato da 130 cavalli. Nell'immaginario collettivo, però, ci è entrata solo la versione col motore 1.9.
Soprattutto per un piccolo problema: il posteriore era così leggero che in ingresso di curva e in fase di frenata, il posteriore si alleggeriva così tanto che la macchina partiva in un traverso esagerato. Ancora oggi la Peugeot 205 GTI 1.9 è ricordata per questo difetto. Nonostante tutto, era la più gettonata tra i ragazzi, e anche per questo una delle più rubate in assoluto, specialmente nei parcheggi delle discoteche. Era contemporaneamente il sogno dei ragazzini e l'incubo degli assicuratori. Ad oggi ne sono rimaste 3 che non sono state mai rubate.
OPEL CORSA 1.6 GSi (1988)
Dalla Germania con furore, la Opel mette in commercio la sua opinione di piccola pepata e tira fuori dal cilindro la Opel Corsa 1.6 GSi, equipaggiata con un 1.6 aspirato da 105 cavalli.
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Una fiammante Opel Corsa GSi appena rubata |
Di questa non si ricorda molto, a parte il piccolo particolare che, estraendo il tasto dell'hazard (comunemente chiamato come "quattro frecce") e reinserendolo al contrario, si creava un contatto tale che accendeva il quadro strumenti e faceva si che la macchina poteva partire grazie a una spinta.
Un'auto decisamente ingegnosa. Per i ladri.
PEUGEOT 106 RALLYE 1.3 (1990)
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La 106 Rallye impegnata nella Prova Speciale "casa-calcetto" |
Peugeot in quegli anni
ha basato gran parte delle sue fortune sul successo ricavato dai rally, dapprima grazie alle vittorie in Gruppo B (che hanno fatto nascere le versioni sportive della 205, tra cui una a motore centrale, la T16, e una, la Rallye, dotata solo dello stretto necessario per correre nelle classi minori). Mandata in pensione la 205 Rallye, Peugeot si ripresenta con la versione sportiva della piccola 106. Motore 1.3 da 100 cavalli, peso ridotto all'osso, carrozzeria rigorosamente bianca con cerchi in acciaio bianchi.
Ai tempi del suo lancio, l'OMS dovette riscontrare un aumento pauroso della "sindrome del rallyista della domenica" dovuto alla grande quantità di gente che, guidando ogni giorno questa piccola pepata credeva di reincarnarsi in Didier Auriol e credeva di abitare sul Col de Turini guidando come se ogni tragitto fosse una prova speciale, con risultati tragici.
FORD FIESTA XR2i E RS TURBO (1989 XR2i 1990 RS TURBO)
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La Fiesta RS Turbo di Kevin |
Tutte le grandi case stavano proponendo delle piccole pepate e ovviamente la Ford non poteva rimanerne fuori. Così nel giro di due anni mette sul mercato non uno, ma ben due modelli ad alte prestazioni della loro compatta, la Fiesta. La prima, la XR2i era spinta da un 1.6 8 valvole da 110 cavalli che la spingeva a 192 km/h, mentre la seconda, la RS Turbo era spinta dallo stesso motore, ma sovralimentato tramite turbocompressore che la spingeva oltre i 210 km/h e sprigionava una potenza di 133 cavalli.
Queste due versioni della Fiesta in Italia hanno avuto scarso seguito, mentre nel Regno Unito, aveva presso la gente lo stesso significato della Uno Turbo, in pratica ognuno conosceva un amico (generalmente di nome Kevin) che aveva spinto la sua Fiesta RS Turbo oltre i 240 orari. Paese che vai, cugino che trovi.
FIAT PUNTO GT (1993)
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L'unica Punto GT rimasta in condizione di originalità |
Nel 1993 la Fiat aveva già pensato di accantonare la popolarissima, ma ormai vecchia Fiat Uno, scegliendo di sostituirla con la neonata Fiat Punto. Da tale regola non poteva sottrarsi nemmeno la versione più sportiva, ossia la Uno Turbo che viene sostituita dalla Punto GT, o per gli amici "puntogittì" detto tutto di un fiato. Al tempo della sua commercializzazione solo 3 persone sapevano che GT significasse Gran Turismo: il creativo che le ha dato il nome, la moglie del creativo e la sorella del creativo. Quando gli appassionati non videro la scritta "Turbo", dapprima la snobbarono, nonostante avesse il motore della Uno Turbo seconda serie potenziato a 133 cavalli un bodykit sportivo e cerchi in lega neri. Solo dopo, quando ci aggiunsero la scritta "Turbo" sul portellone posteriore, le vendite crebbero paurosamente. A distanza di 8 anni dall'uscita della sua antenata, nulla è cambiato nella filosofia di quei fulminati di ingegneri della Fiat. Potevano produrre un'auto migliore, con una spinta più lineare e capace di fare le curve, ma hanno riproposto la stessa auto di 8 anni prima in una scocca diversa. In ogni caso poco importava per i ragazzi del tempo, che adoravano ugualmente il pauroso ritardo di risposta del turbocompressore e davanti ai semafori bruciavano, in improbabili gare di accelerazione a cui partecipavano solo loro, le varie Fiat Croma, Mercedes E250D e così via. Rigorosamente nello stereo c'era la musica house di Claudio Coccoluto sparata con un'intensità sonora pari a quella di un aereo in fase di decollo. Per far capire che l'auto e i ragazzi del tempo non erano cambiati, migliaia di cugini guidavano le Punto GT in tangenziale a 240 orari, ovviamente col sottofondo di Claudio Coccoluto che sovrastava il rumore del motore. Paradossale era la scelta di molti simpaticoni che compravano quest'auto in colorazione gialla e si piazzavano all'uscita delle scuole non per cercare di conquistare qualche ragazza, ma per vedere i ragazzi darsele di santa ragione vedendo un'auto gialla.
Passano gli anni, passano i guai, ma certe cose non cambiano mai.
Al giorno d'oggi si conta solo una Punto GT rimasta totalmente originale, le altre sono diventate degli assurdi oggetti non identificati visibili ogni sabato pomeriggio nei parcheggi dei supermercati.
In conclusione, sarà pure vero che 20, 30 anni fa si guidavano auto ben peggiori sotto vari punti di vista di quelle odierne, però i ragazzi in quegli anni si divertivano da matti!
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