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The ghost machine

Alcune auto sono dei veri e propri fantasmi, in quanto è difficile provare che siano esistite veramente, almeno con i mezzi di ricerca che abbiamo a disposizione tutti.
Una di queste è il prototipo costruito da Mazda per quello che doveva essere il gruppo S FIA.
Come tutti i grandi costruttori del tempo, anche Mazda decise di utilizzare la vetrina offerta da questa particolare categoria rally composta da prototipi con potenza limitata a 300 cavalli.
Lo scopo era lo stesso di tutti quelli che avevano intendione di prendere parte a questo campionato, ossia quello di incrementare la propria reputazione tramite il successo sportivo in quello che era lo sport motoristico col maggiore seguito, dopo la Formula 1.
Quella che vedete era la vettura prescelta dalla casa di Hiroshima per competere contro Audi, Lancia, Toyota, Ford e altri produttori come Lada e Opel.


Sotto il cofano di questa copia sgraziata della Ford RS200 si cela un'autentica bomba da ben 450 cavalli ottenuti senza l'ausilio del turbocompressore.
Il nome in codice di questo propulsore è Mazda 13G ed è un'unità trirotore da 1962 cm3 (654x3) non sovralimentata tramite turbocompressore.


Il particolare funzionamento dei propulsori Wankel permetteva una cubatura minore con elevatissime potenze e regimi di rotazione, tanto che quest'unità riusciva a superare di slancio gli 8000 giri/minuto e aveva il limitatore a 9500 giri/minuto.
Il Mazda 13G, basato sul propulsore birotore 13B montato sulle RX-7 di grande serie, era praticamente la stessa unità motrice montata sulla Mazda 757 che gareggiò nella 24H di Le Mans del 1986.


Dal punto di vista pratico, il Mazda 13G consisteva in un Mazda 13B a cui era stato installato un'unità rotativa extra, tra le due unità rotative del birotore di produzione.
Per consentire questo adattamento, è stato modificato l'albero motore con uno eccentrico costituito fondamentalmente dall'albero originale rinforzato ed un'appendice.
Questa soluzione era totalmente nuova e trovava come punto di partenza l'unità di grande serie.
L'altra grande differenza tra i due propulsori era nel fatto che il Mazda 13B di grande serie ottimizzava le sue prestazioni tramite la lavorazione di side porting effettuata da Mazda sulle luci di scarico, mentre il 13G era dotato di quella che è la modifica più estrema di tutte e che permette di tirar fuori i più alti valori di potenza senza ricorrere all'ausilio della sovralimentazione: il peripheral porting.


Grazie a questa principale modifica, il Mazda 13G riusciva a tirar fuori dal cappello ben 450 cavalli a 8500 giri/minuto e 390 Nm di coppia a 8000 giri/minuto che veniva trasferita alle quattro ruote tramite un sistema di ripartizione della coppia sui due assi regolabile tramite un'apposita leva presente all'interno dell'abitacolo della vettura.


La vera particolarità, se vogliamo, di questa vettura, è nel comparto sospensioni.


Avete visto bene, questa Mazda Gruppo S è dotata di un sistema a doppio ammortizzatore che, aveva l'obiettivo di migliorare l'handling della vettura e di renderla neutra e facile da guidare in ogni condizione del fondo del terreno.
Per contenere i pesi, la carrozzeria è in pannelli di fibra di vetro.


Al giorno d'oggi questo particolare prototipo viene esposto di rado in fiere delle auto d'epoca o in raduni a tema.


Questa particolare Mazda è un altro dei grandi rimpianti derivati dalla mancata nascita del Gruppo S.
Sarebbe stato bello sentire il caratteristico "BRAAAAAAAAAAAAAAAAP BRRRRRRRRRRAAAAAP" tipico dei propulsori Wankel.


Foto di Numata Toru

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