Mentre iniziano già i primi
test per il 2015, diamo i voti di fine stagione anche alle squadre di quest’annata
di F1! Quest'anno è stato determinante l'approccio dei costruttori ai nuovi
regolamenti; c'è chi è riuscito ad ottenere il meglio dal proprio motore, chi ha
migliorato nettamente il proprio ruolo rispetto alla passata stagione, ma anche
chi ha deluso sotto tutti gli aspetti. Vi aspettiamo come al solito, su
Facebook e Twitter, per commentare insieme a noi!
Mercedes 9. A Stoccarda
hanno approfittato della rivoluzione tecnica per diventare il benchmark della
Formula Uno. Una power unit sviluppata interamente in casa che si è dimostrata
nettamente al di sopra delle prestazioni di quelle di Ferrari e Renault. Le
Frecce d'argento avevano pure un bottoncino "magico" per la
qualifica, quasi a non voler esprimere da subito la propria schiacciante
superiorità. Ma anche altre tre scuderie disponevano dello stesso motore, e non
può risolversi la questione adducendo una migliore integrazione con la
monoposto "madre"; anche sotto il profilo meccanico e aerodinamico la
Mercedes è stata qualche spanna sopra a qualunque altra, ha dominato in lungo e
in largo la stagione dimostrandosi la più veloce ad ogni gara. Nemmeno
l'abolizione del FRIC a metà stagione ha sballato gli equilibri, i Mondiali
Piloti e Costruttori hanno preso entrambi la via di Brackley. 701 punti, 16
vittorie su 19 gare (delle quali 11 sono doppiette). Ma non posso dargli il
voto perfetto. Innanzitutto la stagione della vettura anglo-tedesca è stata
caratterizzata da problemi tecnici in 8 gare, e soprattutto di vario genere. In
principio in Australia, poi in Canada è stato il sistema ERS-freni a non
funzionare su entrambe le monoposto, a Silverstone un problema al cambio per
Rosberg, nelle qualifiche di Germania ed Ungheria è stato Hamilton ad avere
problemi rispettivamente di freni e di motore (che ha preso fuoco). A
Singapore, poi, Rosberg non è praticamente mai partito per problemi al volante;
domenica scorsa l'ERS ha lasciato il tedesco. In futuro, quando inevitabilmente
le altre macchine si avvicineranno alla Mercedes, sarà necessaria una maggiore
affidabilità. Infine, la gestione sportiva. Si è voluta dare libertà ai piloti,
salvo bacchettare Rosberg a Spa ed avere qualche problema, ad esempio in
Bahrain o Ungheria, dove si ricorda un team radio di Hamilton al veleno
("non lascerò passare Nico"). Appena un'altra monoposto è stata più
vicina a loro in un weekend di gara si è andati un po' nel pallone. Anche qui,
una volta che gli altri si saranno avvicinati, ci sarà da lavorare. Ma comunque
complimenti per una stagione da record (ricordiamo anche le 18 pole position) e
per una W05 Hybrid semplicemente bionica.
Red Bull 7,5. A Milton
Keynes dopo il ciclo di successi si è scesi dalla nuvola. Perchè allora darle
un voto così buono? Innanzitutto le colpe della stagione opaca sono da additare
quasi completamente alla power unit Renault; la testimonianza di ciò è che su
macchine diverse come Toro Rosso e Lotus si sono avuti risultati scadenti, o
comunque inferiori allo scorso anno, quindi la monoposto austriaca non era così
male. Mi è piaciuta poi la freddezza con la quale si sono risolti i problemi
nei test invernali, nei quali non si riuscivano a completare dieci giri di
fila. Invece in Australia è subito podio (anche se cancellato per problemi al
flussometro). In secondo luogo la colpa è da additare alla stagione incredibile
della Mercedes più che alla RB; sono pure arrivate le tre vittorie di Ricciardo
e 12 podi. 405 punti e secondo posto nei costruttori. Migliorata la power unit,
saranno lì a lottare.
Williams 9,5. L'anno scorso con
Maldonado e Bottas lottavano nelle retrovie con la Toro Rosso, quest'anno hanno
chiuso la stagione come seconda forza dietro la Mercedes. 320 punti, terzi in
classifica distanziando di netto la Ferrari. Il miracolo di Grove passa per
l'essere dotata del motore migliore del lotto, ma anche di una vettura
eccezionale. La più veloce sul dritto, ha saputo difendersi bene anche nelle
piste più tortuose, ed è risultata pure più affidabile della vettura tedesca.
Merito della riorganizzazione interna di Rob Smedley e Clare Williams, che in
serenità hanno potuto lavorare ad una scuderia che è andata in crescendo. Non
solo un'aerodinamica indovinata dall'inizio, ma uno sviluppo continuo e
costante. Saranno lì tra i primi anche la prossima stagione, più consci delle
loro capacità e con quella magnifica livrea Martini. Mezzo punto in meno per i
pit stop, a volte approssimativi, altre volte lenti.
Ferrari 4. Una squadra alla
deriva. Domenicali fatto fuori prima del Bahrain, seguito da Marmorini in
estate e, ciliegina sulla torta, dall'addio di Montezemolo. Ora Marchionne ha
una bella gatta da pelare, riportare la Ferrari in alto tramite l'ennesima
rivoluzione; l'insediamento di Maurizio Arrivabene a capo della Gestione
Sportiva è stato l'inizio. Ma torniamo alla stagione passata. Due miseri podi,
216 punti, quarto posto. Alonso ha fatto tutto ciò che poteva, Raikkonen non ha
mai saputo andare d'accordo con la macchina; un anno che ha fatto pure
disinnamorare lo spagnolo della Rossa. Non solo la F14T è nata male, deficitando
in trazione ad esempio e non essendo mai incisiva sul giro secco, ma è stata
sviluppata peggio, distanziata definitivamente da Williams e Red Bull nel
finale e raggiunta dalla McLaren. Della vettura austriaca che a Jerez non
riusciva a fare 10 chilometri in fila poi si gongolava. La sensazione è stata
che oltre ad aver “sbagliato la macchina", questa fosse inoltre plafonata
nell'evoluzione. Non ultima, la power unit, fondamentale quest'anno, che sviluppava
meno cavalli di quella Mercedes pur consumando di più. Infine pure
l'affidabilità se n'è andata, con Alonso costretto a scendere dalla vettura a
Monza nella stessa curva del delirio del 2010 e, a Suzuka, senza essere
praticamente mai partito. Prossima stagione non si lotterà probabilmente già
per il titolo, ma con un Vettel e aria nuova gli auspici sono i migliori.
McLaren 7. Strana la
stagione di Woking; il miglior risultato è arrivato subito in Australia,
secondi e terzi, ma rimangono gli unici podi della stagione. La monoposto poi
si persa, raggiungendo però con un buono sviluppo la Ferrari nel finale (sia in
qualifica che in gara). Si poteva pensare che il dover progettare un'auto per
il motore Honda li avrebbe distolti dall'ultima stagione col Mercedes, ma non è
stato così. Inoltre le monoposto inglesi segnano solo due ritiri nelle caselle
del Mondiale. Ma col salto nel vuoto del prossimo anno, ogni pronostico sarebbe
affrettato; intanto cominciano con una monoposto in risalita e il pilota
migliore del circus. Anche se far fuori Button è stato un vero peccato.
Force India 7. Buona la
stagione della scuderia indiana. Senza il disturbo di una Sauber spesso in zona
punti come l'anno scorso e con una Toro Rosso non eccezionale, tallonano in
classifica la McLaren per buona parte di stagione, inserendosi in sesta
posizione. Certo, il motore era quello giusto, ma vicino a Silverstone ci hanno
messo del loro. Quasi sempre in zona punti almeno con una vettura, spesso ne
hanno portate due nella top ten. Hulkenberg e Perez si sono dimostrati una
bella coppia di piloti costanti e veloci. Nell'ultima gara si piazzano davanti
ad entrambe le Ferrari. Resta da migliorare la prestazione in qualifica, per il
resto anche la prossima stagione ci sono tutte le premesse per confermarsi.
Toro Rosso 5,5. Un passo
indietro. Come detto sopra, si è passati da fronteggiare le Force India ad
accontentarsi di qualche sparuta visita ai punti. Che sono stati 30 per la
precisione, e la classifica sarebbe stata impietosa se non fosse per Sauber e
Lotus. L'auto non è stata certo indovinata. Assurdo abbandonare Vergne così, ma
a Faenza ci si confermerà ancor di più junior team, più che altro
"baby".
Lotus 3. La delusione dell'anno, ancor più della Ferrari. A primavera 2013 vincevano a Melbourne, un anno dopo saltano buona parte dei test prestagionali. La macchina è lenta, instabile. I piloti non riescono a tenerla in strada (anche se Maldonado ci mette del suo), l'affidabilità è pessima (solo 10 gare vedono entrambe le Lotus al traguardo). La E22 "batmobile" è risultata disastrosa, imbarazzante, suscitando addirittura team radio ironici da parte di piloti ed ingegneri. Si è passati dai podi dell'anno scorso ai 10 punti (avete letto bene) di quest'anno. Per l'anno prossimo sembra veramente tutto da rifare.
Marussia 7. Lottano nel
"campionato B" e serve rapportare la stagione alle loro potenzialità.
Riescono ad agguantare però un incredibile nono posto nel Mondiale con i 2
punti di Bianchi a Monaco. E vincono la sfida con la Caterham anche sul
versante dell'affidabilità. Tuttavia, per la scuderia con licenza russa sembra
essere stata decretata la fine. In amministrazione controllata, non si vedono
all'orizzonte nuovi investitori, nonostante la "Manor" figurasse tra
i potenziali iscritti per il 2015. Un vero peccato per degli uomini che in
cinque stagioni ne hanno viste di tutti i colori. Iscritta come Manor, la
scuderia corre col nome Virgin ma subisce dopo due anni il disimpegno di
Branson; arriva il costruttore di supercar russe Marussia, che la lascia al suo
destino quest'anno. Nel mezzo, la tragedia di Maria De Villota e il dramma di
Jules Bianchi. Hanno lottato e meriterebbero di rimanere nel circus.
Sauber 5. Anche qui, solo 10
bandiere a scacchi hanno sventolato sopra entrambe le monoposto. La differenza
di voto con la scuderia di Enstone è dovuta al fatto che sono caduti da
un'altezza inferiore ed il tonfo è più basso. Poco da salvare nella stagione
della squadra elvetica, né l'affidabilità, né la velocità, né i piloti. Anno
scorso a volte Hulkemberg teneva testa ad Alonso lì nella top 10; nel 2014 zero
punti. Zero. E ci si è trovati pure in difficoltà economiche, costretti ad
ingaggiare un pilota così palesemente pagante come Ericsson. L'altro nuovo
assunto invece, Nasr, è una buona opzione. Anche la "ferrarina"
elvetica è tutta da rifondare.
Caterham 5,5. Gli
anglo-malesi non si accontentano di sfornare la monoposto più brutta del lotto,
ma ci mettono pure problemi di affidabilità. Non si schiodano mai dall'ultimo
posto della classifica, sopravanzati pure dalla Marussia che sembrava avere un
gap da loro l'anno scorso. Versano in problemi finanziari e finiscono anche
loro in amministrazione controllata, saltando la trasferta americana. Nel
mezzo, il siparietto con lo scaricabarile dopo il cambio di proprietà. Se
rimarranno nel circus, dovranno far di meglio.