Generalmente se si parla di Fiat 131 e gare, si finisce col parlare della livrea Alitalia, dell'impegno di Abarth nel mondiale rally e dell'esperienza di Alen e Rohrl prima dell'epopea delle gruppo B.
Pochissimi sanno, invece, che Fiat preparò quattro 131 in configurazione da raid dotate non del caratteristico 4 cilindri bialbero 16 valvole da 1995 cm3 preparato da Abarth, ma di un propulsore diesel.
Se nel 2015 molti si stupiscono del fatto che alcune vetture da gara siano equipaggiate con un motore diesel (vedi l'Audi R18 E-tron), figuriamoci nel lontano 1977 quando nessuno avrebbe mai pensato ad un motore diesel per una gara, fosse anche di resistenza.
38 anni fa non c'era tutto il know-how tecnico relativo ai motori diesel che c'è oggi e la destinazione di questa tipologia di motore era riservata a veicoli commerciali o alcune versioni di veicoli di grande produzione (come ad esempio la Nuova Giulia Sprint).
Penso sia scontato dire che le prestazioni di questi propulsori erano tutto fuorchè entusiasmanti.
Nonostante questo, Fiat decise ugualmente di sviluppare una versione con motore diesel della popolare berlina 131.
Il propulsore scelto fu un 4 cilindri in linea da 2445 cm3 completamente sviluppato, progettato e costruito dalla SOFIM nello stabilimento di Foggia, in zona borgo Incoronata.
Il suo nome di progetto era SOFIM 8140.61 ed era capace di erogare 72 cavalli di potenza a 4200 giri e di generare una coppia di 147 N/m.
Si può considerare il progetto 131 Raid Diesel come uno dei primi progetti su cui è stato installato tale propulsore.
Non avendo l'ausilio del turbocompressore (che arriverà qualche anno dopo sulle successive evoluzioni di questo propulsore), la potenza generata era molto ridotta, ma l'affidabilità di questo motore era di molto elevata rispetto alle unità a benzina impiegate in gare di resistenza.
La gara di resistenza alla quale doveva partecipare la 131 così equipaggiata era la London-Sydney del 1977, una sfiancante maratona automobilistica di oltre 11.000 km per le strade d'Europa, d'Asia e d'Australia.
Questa gara, che nel 1977 giunse alla seconda edizione (la prima era del 1968) si teneva dal 24 novembre al 18 dicembre, con un periodo di pausa che andava dal 3 dicembre al 13 dicembre.
Un vero e proprio tour de force per le auto e per i piloti.
In questo tipo di gara non serviva avere l'auto più veloce, ma quella più affidabile e con i consumi minori.
Fiat decise di utilizzare il motore diesel non solo per i motivi sopra citati, ma anche perchè un eventuale ottimo piazzamento della sua vettura in classifica finale avrebbe fatto da pubblicità per la versione diesel della 131 di produzione, che nel 1978 avrebbe dovuto debuttare al Motor Show di Torino.
Abarth, quindi, costruì quattro 131 Raid Diesel, di cui una venne utilizzata per lo sviluppo in previsione della gara, e tre vennero costruite per essere guidate dai tre equipaggi del team "Esso Aseptogyl" facente capo a Robert Neyret.
Fiat non partecipò in maniera diretta a questa gara, ma affidò le sue vetture ed il supporto della sua divisione sportiva ad un team clienti, per via delle incognite e dei rischi che derivavano dal prendere parte ad una competizione così massacrante.
Una volta completato lo sviluppo della 131 Raid Diesel il prototipo venne distrutto ed il 24 Novembre del 1977 si presentarono ai nastri di partenza tre 131 Raid Diesel guidate dai seguenti equipaggi: Robert Neyret/Marianne Hoepfner, Giancarlo Baghetti/Tommaso Carletti e l'equipaggio al femminile Christin Dacremont/Evelyne Vanoni.
L'inferiorità della 131 Raid Diesel era netta sul piano prestazionale: i 72 cavalli che spingevano la vettura a 145 km/h erano pochi rispetto alla potenza (doppia) della 280E vincitrice della manifestazione con Andrew Cowan.
Nonostante tutto, l'affidabilità della 131 Raid Diesel riuscì a far giungere al traguardo due delle tre vetture partite da Londra.
L'equipaggio composto da Carletti e Baghetti riuscì ad imporsi come vincitore della classe riservata alle vetture con motore diesel ed arrivò quindicesimo in classifica generale.
L'equipaggio composto da Neyret e Hoepfner, invece conquistò la seconda piazza in categoria riservata alle auto con motore diesel ed il venticinquesimo posto assoluto.
Fu sfortunata l'esperienza dell'equipaggio tutto al femminile Dacremont/Vanoni che per via di un incidente con la Citroen CX 2400 guidata dall'equipaggio Stuckelberger/Cheneviere, occorso nel tratto australiano, fu costretto al ritiro.
Nonostante l'incidente del team Dacremont/Vanoni, Fiat aveva avuto la giusta intuizione.
Grazie a questo risultato, la 131 Diesel 2500 (che aveva lo stesso motore) ebbe una grossa spinta mediatica ancor prima di debuttare al salone dell'auto di Torino.
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